venerdì 14 gennaio 2011

Quarto  

... Se a dieci pazienti chiedessimo di descrivere le sensazioni derivanti dal proprio corpo,  noteremmo  sicuramente alcune analogie all'interno dei loro racconti. Ritroveremmo nelle descrizioni l'uso di alcuni termini che risultano essere molto ricorrenti, come ad esempio:  il braccio è pesante,  oppure la gamba è rigida.    

Altrettanto importante però è accorgersi che in realtà esse sono anche molto diverse  tra loro ...  

Come  altre discipline anche la Riabiitazione Neurocognitiva considera le descrizioni del paziente  significative per l'organizzazione del processo di recupero. Per procedere in questo percorso è stato fondamentale lo studio del metodo neurofenomenologico proposto da F. Varela che si propone come mezzo per indagare la coscienza. Secondo questo punto di vista la coscienza è paragonabile all'esperienza. L'unico modo che abbiamo per indagarla è pertanto proprio quello di approfondire lo studio dell'esperieza,   sia dalla prospettiva di chi la vive in prima persona, sia da quella di chi la osserva dall'esterno, in terza persona. Naturalmente ciò potrà rendersi possibile solo se i due soggetti ci forniranno un resoconto dettagliato di ciò che hanno vissuto.  In particolar modo le descrizioni  oggettive della terza persona, che riguardano l'osservazione di un fenomeno esterno, in verità possiedono comunque una dimensione soggettiva. Questa oggettività infatti, rimane apparente, ossia il dato oggettivo puro non esiste, nel senso che non può essere definita come avente a che fare con cose che stanno là all'esterno, come se fossero indipendenti dai contenuti mentali, diversi in ognuno di noi, che stanno qui all'interno. La scienza è fondata su regole procedurali e sociali che vanno a costituire il Metodo Scientifico, il quale permette la costituzione di un insieme di conoscenze condivise da tutti. Ciò  che Varela intende per oggettivo, è ciò che a partire da racconti individuale può entrare a far parte di una conoscenza regolamentata.  Questa conoscenza è in parte inevitabilmente soggettiva, dal momento che essa dipende dall'osservazione e dall'esperienza individuale, in parte oggettiva dal momento che essa è vincolata e regolamentata da norme comuni.  In altre parole un dato diventa oggettivo quando un'esperienza soggettiva è in comune con gil altri. Se io vedo un quadro, vivo un'esperienza soggettiva, posso  raccontare quello che ho visto e dichiarare che quello per me è “un quadro”. Nel momento in cui le mie dichiarazioni coincidono con quelle di tutti gli altri, nasce il dato oggettivo. Per trovare un metodo dobbiamo cercare quindi di trasformare dati soggettivi in dati intersoggettivi, raccontabili e quindi oggettivabili. Varela si propone di trasformare un'esperienza superficiale in un'esperienza riflessiva. 

Secondo l'Autore il progresso nel divenire esperto in un particolare metodo richiede un'opera di mediazione. Per mediazione Varela intende un'altra persona, che si trova in una posizione intermedia tra la prima e la terza, da cui il nome di seconda persona. Questa posizione intermedia permette una circolazione di informazioni, un collegamento aperto, tra colui che vive l'esperienza e colui che la osserva dall'esterno. Sarebbe inutile fermarsi a considerare solo le descrizioni in prima persona. Il Mediatore è colui che, come dice la parola stessa,  media la conoscenza, in quanto conoscendo alcuni aspetti dell'esperienza, può guidarci verso un livello superiore di consapevolezza.  

Quale possibile ricaduta riabilitativa hanno questi studi, visto che il riabilitatore non deve comunque  dimenticare che il suo lavoro si svolge in palestra e a contatto con il malato e che il suo principale fine prevede l'esecuzione di esercizi, quindi un'attività tipicamente caratterizzata dall'interazione tra due esseri viventi. Uno degli aspetti più innovativi, nello studio dell'esperiennza cosciente consiste nel fatto che questo processo per essere indagato ha bisogno di mezzi fino ad ora esclusi dagli ambiti scientifici perchè non quantificabii. Appare infatti fare particolare riferimento al linguaggio del soggetto, che nonn essendo in alcun modo quantificabile, non è mai stato preso in considerazione dalla scienza ufficiale. 
Proviamo a sovrapporre quanto detto finora, con la pratica riabilitativa:  l'esperienza diventa esercizio e il Riabilitatore diventa mediatore.

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