domenica 23 gennaio 2011

Quinto
Il viaggio e la scoperta

Nel linguaggio riabilitativo spesso si ricorre ad espressioni che evocano il “viaggio” inteso come il percorso che modifica le capacità del paziente. E allora  la Pianificazione del trattamento diventa il progetto di un viaggio, L’annotazione il diario di bordo del paziente, le modifiche a medio e lungo termine le mete da raggiungere.
E il Paziente come vive questo percorso, come partecipa al suo viaggio!
Le descrizioni fornite da Questi possono offrire una via per tale indagine, ma bisogna capire, tentando di entrare in un mondo  più soggettivo; dare la parola al protagonista di questo percorso per far emergere una visione unica che racconta una storia che ha, come tutte le storie, il diritto di essere narrata.  
Queste storie/viaggi hanno la caratteristica di non nascere come  conoscenze generalizzabili, ma al contrario devono vivere nella loro unicità che può solo in parte, a posteriori, portare ad una generalizzazione delle conoscenze.
Accettando che in parte è possibile estrapolare delle conoscenze generalizzabili e quindi utili per interpretare le patologia il compito del Riabilitatore è duplice, partecipa al viaggio mediando le conoscenze e può imparare dai viaggi….basta ascoltare..




....preparativi..


....Devo partire  ...ma non so.. prima di tutto perché questo viaggio  non l'ho scelto io...è arrivato.. inaspettato e brutale.
La sensazione più frequente è paura, agitazione dovuta ad uno stato di confusione, di non coerenza delle cose...non c'è una logica in tutto questo (Antonio)..
Si devono preparare i bagagli, radunare le cose utili per questo viaggio .. E qui mi prende una forte sensazione di vuoto(Antonio)… Cosa portare?

In questa fase mi vengono spesso poste delle domande, alcune sensate altre meno, alcune mi creano degli strani effetti, non riesco a parlarne e proprio questa scoperta mi crea stupore, emergono così dei lunghi silenzi che pesano(Antonio)...Forse siamo già partitiverso cosa!

Il mio corpo è il grande argomento, questo l'ho capito… ma è come se il corpo rimanesse in astratto, le varie parti di un corpo non riferibili al mio corpo… (Antonio)

quando mi giro nel letto mi dimentico di portare con me il braccio..
Spesso l’immagine è così nitida da darmi la sensazione del movimento ed è tanto lo sgomento e la meraviglia nel verificare che invece niente si muove o comunque si muove non come l’avevo immaginato..(Gianluca)

Non sentivo che saliva il braccio, non lo avevo comandato,  è stata una cosa istintiva non voluta…non lo so… mi sono per un attimo spaventata. Ho dovuto fare tutto un ragionamento mio, veloce…in maniera molto veloce.. Prima mi sono spaventata, poi ho detto, ah no! Sto sola…il braccio è mio, ho dovuto fare delle giustificazioni, invece, normalmente non succede questo, cioè lo fai senza che pensi: adesso alzo il braccio…. Io non l’ho proprio sentito! Non sono riuscita a capire dal movimento del braccio che stavo muovendo il mio arto. (Laura)

Il corpo deve essere portato come bagaglio…deve essere raccontato per essere scoperto.. ma come si racconta il corpo....


….primi itinerari…

Spesso parlo del corpo in maniera generica, le risposte non sono scoperte ma mie conoscenze vecchie che considero giuste, si da per scontato che il corpo esiste perché si muove  lo vedo fermo, freddo non governato. (Antonio)

I primi giorni che ero in terapia intensiva non mi ricordo di essermi reso conto che non muovevo gamba e braccio, mentre ricordo molti altri episodi… (Gianluca)

se parliamo del corpo non di qualcosa che si muove ma come qualcosa che si vive…si percepisce.. forse il viaggio prende una nuova strada, una nuova metaforse questa meta è il corpo stesso.

Il mio corpo, se cerco di sentirlo, è taciturno.. per sentire qualcosa devo al contrario non pensare a niente, perché altrimenti sento cose non vere ma che per me sono reali. Mi è difficile questo percorso però a volte percepisco cose nuove, strane sensazioni che riscopro nel braccio che fisso soffermandomi sull’altro braccio.
Se invece mi riempio la testa di sensazioni- adoperando il braccio destro – non capisco più nulla… (Antonio)
perdo la capacità di orientarmi, perdo la meta del viaggio..  

Se c’è qualcosa che mi dà fastidio al piede…che mi fa male…lo sento con il dolore…altrimenti non lo sento. Non è che non lo sento, non me ne accorgo…magari perché sono distratta da altre cose e non sto col pensiero del piede: forse l’ho messo male!…certo se sono prevenuta…capace che lo sento subito, però devo essere attenta a questo…se invece lo faccio distrattamente è facile che me lo perdo…a meno che non sento un dolore, allora sento un dolore molto generale, neanche definito…non so dirti a quale dito del piede, sento che mi fa male ma non so che dito, magari ti so dire se è nella parte esterna o interna, ma non so dire di preciso quale dito.(Laura)

Il dolore, è questo il modo di percepire il corpo! e se si provasse ad andare oltre a questo… se fosse possibile scoprire altre cose… il dolore non deve far parte dei bagagli…

Con il passare delle settimane ho iniziato a percepire il movimento passivo del mio braccio e poi ad immaginarmelo posizionato nello spazio….(Gianluca)

Porre attenzione alle sensazioni del corpo mi costa fatica, mi è difficile non cadere in semplificazioni che io stesso invento.. spesso non mi rendo conto ma decido prima ciò che sentirò durante l’esercizio.
La capacità di sentire il corpo è legata alla mia capacità di porre attenzione a questo. Il corpo esiste solo quando lo penso. (Antonio)
La sensazione si è andata a lucidarsi nel tempo diventando sempre più nitida e semplice da evocare e con minore stanchezza. (Gianluca)

All’inizio se io ero soprappensiero…queste cose accadono sempre quando sono soprappensiero…perché se la penso bene prima, ho tutto il tempo per elaborarla e non sbagliare. Se invece faccio delle cose istintive è più facile che sbaglio, non le penso mentre agisco. Capitava che se mi prudeva il ginocchio e nello stesso tempo volevo toccare i capelli, io grattavo la testa invece che il ginocchio. (Laura)

..devo pensare di mettere maggiormente il peso sulla gamba destra prima di alzarmi. Prima che mi alzo vorrei che il mio braccio fosse come un batuffolo di ovatta ( quando mi ricordo). Sto più attenta a rilassare il braccio dopo che mi sono alzata (anche se non sempre). Prima di alzarmi, per le dita, prendo come riferimento le dita della mano destra e le apro per fare in modo che anche quelle della mano sinistra siano aperte. Questo perché non sento bene le dita della mano sinistra quando sono contratte. Prima di alzarmi, al gomito non ci penso, neanche alla spalla. Mentre mi accorgo quando la mano è chiusa il gomito non lo sento quanto è piegato. (Anna)

Percepire il corpo che si sposta.. saper porre attenzione alle sensazioni del corpo.. recuperare il corpo come sensazione di proprietà, di possesso…una meta da raggiungere..



…altri itinerari…


Mi ha colpito molto la mia superficialità, le cose cambiano al cambiare del modo con cui vengono lette.. ancora con difficoltà ma oggi ho capito che cosa sentire lo scelgo io e questa è una ricchezza difficile ma affascinante..(Antonio)

Di solito questi sviluppi si hanno improvvisamente come se all’improvviso dopo averci girato intorno ci si indirizzi nella direzione giusta.. (Gianluca)
attraverso il corpo il mondo acquista un senso, è possibile interpretarlo e più si capisce l’ambiente esterno più il corpo si fonde nella persona..

…quando il destro non mi serve più delle volte lo lascio sospeso…non lo porto giù…assumo delle situazioni, degli atteggiamenti, proprio anormali…non è che se tu finisci di usare il braccio destro lo lasci in aria o con la posizione,…magari lo lasci appeso…non lo lasci con l’ultima posizione assunta. Invece delle volte me ne accorgo…guarda un po’ il braccio come sta!…neanche lo tiro giù perché proprio voglio vedere fino a che punto arriva…questa è una cosa che mi succede spesso…io lo vedo e dico guarda sto braccio! proprio come se fosse di un’altra persona…si…come se avesse un ragionamento a parte, un cervello a parte…non come se fosse staccato da me… è diverso io lo sento mio…lo so che è parte di me non è che non lo considero…è come se avesse un ragionamento a parte, vive un po’ in maniera staccata da me!…vieni un po’!…però quando gesticolo lo muovo è normale…non fa le cose che faceva all’inizio quando stavo qua…all’inizio neanche lo controllavo adesso lo controllo…(Laura)

Il sinistro ci sta provando molto lentamente a diventare presente nella mia vita. La parte inferiore è composta da due gambe che sono agganciate al mio corpo attraverso uno snodo.
Tra la destra e la sinistra io non sento tanto la differenza. A volte le dita del piede sinistro rimangono contratte. Mentre a destra non ci faccio caso. Io penso che verso la mia parte sinistra io sono molto più scrupolosa, ma ho la sensazione di conoscerla meno…(Anna)


…Il corpo diventa la persona che attraverso il proprio punto di vista personale e variabile da un senso all’ambiente ed il movimento uno strumento di tale conoscenza…

Quando camminavo le cose intorno, le persone erano come se non ci fossero, dovevo porre attenzione al mio corpo…camminare era molto faticoso mentalmente, puntavo un luogo e dovevo arrivare.. non mi guardavo intorno era come se non mi riguardasse.. (Antonio) 

Una sensazione che ho è quella di essere rigida.. quando cammino sono un blocco, mia figlia mi dice che sembro un soldato…ma non riesco a fare diversamente, il corpo lo devo usare così. (Anna)

è strano questo viaggio, ha purtroppo un inizio.. poi sfuma e si continua a viaggiare senza saperlo.. senza poter finire…




Il percorso proposto è uno dei tanti possibili modi veri e sbagliati nello stesso tempo di leggere i racconti dei Pazienti.
Ascoltando, il Riabilitatore fa emergere le emozioni del Paziente e il suo modo di vedere la realtà che lo circonda, conoscenze queste lontane dalle sensibilità tattili o cinestesiche ma vicine alla persona ed al suo mondo.  
Occuparsi di riabilitazione è diventato più difficile ma anche più affascinante, l’indagine e quindi l’intervento si è spostata ad un livello più intimo, più interiore…più umano.
Grazie ad Antonio, Gianluca, Laura, Anna ......


Stefano Gusella

Nessun commento:

Posta un commento